Novità in materia pensionistica
La Legge di Bilancio 2023 di fatto proroga quanto previsto dalle precedenti leggi di bilancio in materia di pensionamento, apportando alcuni aggiornamenti e correzioni che andiamo ora ad esaminare.
Opzione donna
L’intervento più corposo si rinviene nella proroga della cosiddetta “Opzione donna”, che prevede, a fronte della possibilità – per le donne – di andare in pensione con 35 anni di contributi e 60 anni di età (ridotti di un anno per ogni figlio fino ad un massimo di 2 anni di riduzione), l’applicazione del meno favorevole calcolo contributivo all’assegno di pensione, con il risultato di un taglio definitivo dell’importo della pensione.
Se negli anni passati era sufficiente aver maturato entrambi i requisiti di età anagrafica ed anni di contribuzione per poter accedere alla pensione, quest’anno è necessario che, alternativamente:
- la donna si trovi in condizione di essere “caregiver”, ovvero di assistere da almeno 6 mesi un parente di primo grado o il coniuge in condizioni di handicap grave oppure un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
- la donna abbia una riduzione della capacità lavorativa uguale o superiore al 74%;
la donna sia stata licenziata a seguito di procedura collettiva. In questo caso è sempre possibile accedere alla pensione con 58 anni di età anziché 60.
Una volta raggiunti i requisiti (che devono essere raggiunti nel 2023) , sarà possibile accedere alla pensione dopo 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e dopo 18 mesi per le lavoratrici autonome (cd “finestre).
Quota 103
L’intervento si pone in continuità con i precedenti quota 100, 101 e 102 con delle differenze che andiamo ad esaminare.
Come si intuisce dal nome, si tratta della possibilità di poter accedere ad un pensionamento anticipato che prevede che la somma degli anni di contribuzione e degli anni di età anagrafica dia almeno 103 con un minimo di anni di contribuzione pari a 41. Ne deriva che il lavoratore deve aver compiuto anche 62 anni di età. Abbiamo quindi un requisito anagrafico più “leggero” rispetto alla quota 102 che prevedeva almeno 64 anni di età, mentre è diventato più “pesante” il requisito contributivo, che prima era di 38 anni.
Rispetto alle versioni precedenti, in cui veniva liquidata interamente la pensione maturata fino a quel momento, quest’anno al massimo si potrà percepire un importo pari a 5 volte il trattamento minimo, per cui c’è – a fronte della possibilità di andare in pensione prima – una penalizzazione per chi ha sempre avuto uno stipendio medio-alto. La decurtazione verrà a cadere solo al compimento dei 67 anni di età quando, col passaggio alla pensione di vecchiaia, sorgerà il diritto a percepire la pensione piena.
Ricordo che la pensione anticipata con quota 103, come già le varie quote 100, 101 e 102, non prevede la possibilità di cumulo con altri redditi di lavoro, incluse le opere dell’ingegno. L’unica attività ammessa è quella di lavoro occasionale fino ad un massimo di € 5.000,00 annui.
Anche in questo caso abbiamo una “finestra” per l’accesso che è di 3 mesi per i lavoratori del settore privato e di 6 mesi per i lavoratori del settore pubblico.
Bonus per chi ritarda il pensionamento
Chi ha maturato i requisiti per quota 103, ma decide di non andare in pensione e continuare a lavorare, può scegliere di rinunciare all’accredito dei contributi pensionistici e percepire mensilmente anche la quota di contributi che normalmente gli viene trattenuta sullo stipendio, pari a circa il 9% del lordo.
Se il lavoratore rinuncia all’accredito contributivo anche il datore di lavoro è esonerato a versare i contributi a suo carico per la pensione.
Chiaramente, a fronte di un netto un po’ più alto, la pensione maturata fino al momento della scelta non verrà più incrementata da futuri versamenti.
Pensione anticipata
I requisiti per accedere alla pensione anticipata sono stati confermati per l’anno 2023 in 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne senza vincoli di età anagrafica. Per i lavoratori precoci, vale a dire coloro che abbiano almeno 12 mesi di attività lavorativa prima dei 19 anni appartenenti a particolari categorie (disoccupati, invalidi civili, caregiver e lavoratori addetti a mansioni gravose) è possibile accedere al pensionamento anticipato con 41 anni di contributi.
In caso di pensione anticipata, è prevista una “finestra” di 3 mesi tra la maturazione dei requisiti e l’accesso al trattamento pensionistico.
Pensione di vecchiaia
Per il biennio 2023-2024 il requisito per accedere al pensionamento di vecchiaia è confermato in 67 anni di età e 20 anni di contributi. Non sono previste finestre per l’accesso al pensionamento.